Day 47 – Johannesburg

Anche oggi giornata piena. Si comincia con una rapida sosta all’Italian Sporting Club, uno dei luoghi di aggregazione della comunità italiana a Johannesburg, che è attiva e numerosa. Giusto il tempo di onorare la memoria di Antonio Bianco, un Parà del Tuscania morto tragicamente a Pretoria nel 2015, ed è ora di ripartire. Il secondo appuntamento ci porta in una township appena fuori Pretoria ed è di nuovo Riccardo Bianchi ad accompagnarci. E’ un orfanotrofio piccolissimo, una struttura davvero rudimentale dove due sorelle, da volontarie, hanno cominciato anni fa ad accogliere bambini che nessuno voleva, piccoli sieropositivi, bambini abusati, maltrattati, di cui nemmeno la comunità nera, generalmente solidale, riesce a farsi carico. La Give them Hope Foundation oggi aiuta un‘ottantina di bambini e ragazzi, di cui la più piccola ha pochi mesi, mentre i più grandi sono maggiorenni non ancora in grado di provvedere a sé stessi, perché il tasso di disoccupazione tra i giovani neri è elevatissimo. Dato che lo stato copre solo un quarto circa delle spese, le donazioni di privati e Onlus come quella di Riccardo sono fondamentali. Abbiamo portato pizza per pranzo, palloni e magliette offerti da BKT, libri da colorare, matite e altri piccoli gadget dell’Arma dei Carabinieri e i bimbi sono felici. Basta davvero poco. Un paio d’ore di giochi e ci spostiamo di nuovo, in una riserva privata alle porte della città dove i rinoceronti pascolano liberi e tranquilli (sullo sfondo dello skyline di Pretoria!) e almeno temporaneamente protetti dai bracconieri, che in Sudafrica sono una vera piaga poiché il mercato della medicina tradizionale cinese paga i loro corni più che a peso d’oro. Il contrasto al bracconaggio oggi vola anche sulle ali dei droni.

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